https://www.luisafornari.it/wp-content/uploads/2020/04/hand-3751159_1920.jpgUNA TERAPIA EFFICACE PER ANSIA E ATTACCHI DI PANICO (Conoscere l’ansia patologica e superarla)

UNA TERAPIA EFFICACE PER ANSIA E ATTACCHI DI PANICO (Conoscere l’ansia patologica e superarla)

L’ansia è un’emozione universale, una risposta fisiologica utile all’adattamento che non sarebbe, di per sé, inadeguato provare, in quanto l’ansia, o meglio la risposta ansiosa agli eventi, non ha sempre e necessariamente caratteristiche negative.
L’ansia viene considerata patologica quando è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni e disturba, in misura più o meno rilevante, il funzionamento psichico globale determinando una limitazione della capacità di adattamento dell’individuo.
L’ansia patologica si manifesta senza alcuna correlazione con apparenti cause esterne scatenanti (diversamente dalla paura che è una reazione emotiva ad un pericolo reale), ha un’intensità tale da provocare un grado di sofferenza non sopportabile e una durata spesso cronica e può limitare il funzionamento nella vita di tutti i giorni.
L’ansia può essere:
ADATTIVA (fisiologica): prepara a un pericolo potenziale e può contribuire ad affrontare situazioni difficili attivando le risorse dell’individuo;
DISFUNZIONALE (patologica): caratterizzata da una condizione di malessere così intenso e tale da provocare un grado di sofferenza non sopportabile (sproporzionata rispetto allo stimolo scatenante e il soggetto ne è consapevole); persistente può portare a comportamenti di difesa che possono limitare l’esistenza disturbando il funzionamento psichico globale e determinando una limitazione della capacità di adattamento dell’individuo tanto da interferire con le normali attività della vita quotidiana; Inoltre può presentarsi ed insorgere apparentemente non collegabile a nessun evento o stimolo specifico (es. Disturbo da Attacchi di Panico) o eventi neutri, non pericolosi e non indicativi di reale pericolo (es. Fobie).
Possiamo ancora distinguere tra ansia:
DI STATO: fenomeno transitorio che si attiva in risposta solo a specifiche e limitate situazioni o condizioni, breve alterazione dell’equilibrio emotivo della persona
DI TRATTO: caratteristica relativamente stabile della personalità, riflette le modalità con cui il soggetto tende a percepire stimoli e situazioni ambientali
Infine, si può differenziare tra ansia:
ANTICIPATORIA: di breve durata, scatenata da un segnale identificabile, reale o immaginario, associato al pericolo;
GENERALIZZATA: condizione durevole di tensione, sganciata da particolari stimoli;
ATTACCO DI PANICO: manifestazione di ansia acuta, inaspettata e di relativamente rapida risoluzione in cui si manifesta un improvviso senso di pericolo con imponenti sintomi somatici.
Da un punto di vista cognitivo l’ansia patologica implica aspettative di un pericolo diffuso e incerto e una sensazione di pericolo imminente, oltre ad una sovrastima del pericolo ed una sottostima delle capacità di fronteggiarlo. La realtà esterna viene vissuta come estremamente pericolosa e la percezione di sé è di significativa vulnerabilità. Una volta attivata la sensazione di pericolo, si crea una sorta di circolo vizioso che rinforza le manifestazioni d’ansia. I sintomi ansiosi, infatti, rappresentano una fonte di minaccia: condizionano il comportamento e sono interpretati come segnali dell’esistenza di un grave disturbo fisico o psicologico; tali effetti accrescono il senso di vulnerabilità dell’individuo e, di conseguenza, rinforzano l’iniziale reazione ansiosa inducendo una serie di risposte sfavorevoli, le quali a loro volta esasperano le sensazioni di pericolo. Spesso le persone che soffrono di un disturbo d’ansia hanno un pensiero catastrofico, pensando e prevedendo sempre scenari molto negativi.
Dal punto di vista somatico (o fisiologico), il corpo prepara l’organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d’emergenza): la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e di quello digestivo diminuiscono. Si può notare, a livello fisico, pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare.

Dal punto di vista emotivo, implica una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno.

Dal punto di vista comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari sia involontari, diretti alla fuga o all’evitare la fonte dell’ansia. Questi comportamenti, quali l’ansia anticipatoria e l’evitamento, sono frequenti e spesso non-adattivi, dal momento in cui limitano gli spostamenti e il coinvolgimento in situazioni di vita o lavorative che la persona può vivere come ansiogene.
In ogni caso l’ansia non sempre è patologica o non-adattiva: è un’emozione comune come la paura, la rabbia, la tristezza e la felicità, ed è una funzione importante in relazione alla sopravvivenza.

L’approccio EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.
Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico subiscono una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità. L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche. Questo permette, in ultima istanza, di adottare comportamenti più adattivi. Offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare le capacità personali e le risorse individuali, per affrontare le sfide della vita quotidiana con serenità e sicurezza, senza sentirsi in balia dei sintomi dell’ansia. Il lavoro psicoterapeutico prevede la rielaborazione di tutte quelle esperienze angoscianti legate alla storia della persona e che possono essere causa della sintomatologia ansiosa.
L’importanza dello stress, dei lutti, del maltrattamento in ambito famigliare, dell’abuso infantile e di altri eventi di vita negativi o pesanti come fattori di rischio è ormai ampiamente riconosciuta dalla letteratura sull’ansia.
Con l’approccio psicoterapico breve EMDR si lavora non solo sul ricordo di alcune esperienze che possono aver contribuito all’insorgenza del disturbo d’ansia ma anche sul ricordo delle prime volte in cui si è provata l’ansia e le volte peggiori, in modo da desensibilizzare e neutralizzare queste reazioni. In questo modo si facilita alla persona il fatto di poter affrontare in modo più sereno le situazioni che fino a quel momento erano vissute come ansiogene.

Dott.ssa Luisa Fornari
Psicologa clinica, specialista in Psicoterapia
Terapeuta EMDR
www.luisafornari.it
Tel.3478612658

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